17 Aprile 2016: partecipare!

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17 Aprile 2016: partecipare!

La data del 17 aprile non è più una data come le altre, è la data in cui si svolgerà il  Referendum Abrogativo, meglio conosciuto come Referendum Trivelle in Mare.

Il testo del quesito referendario su cui si dovrà esprimere parere positivo o negativo è:

“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita’ 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale?”

Rispetto al tema delle trivellazioni e, in particolare, dell’impatto sociale ed economico delle estrazioni petrolifere, con Casa Netural abbiamo già affrontato le problematiche ad esso legate, con un focus specifico sulla Basilicata,  grazie al tavolo di lavoro istituito nel mese di gennaio 2015, in occasione della Societing School a Calvanico, insieme a RuralHub, LabGov, RENA e Social Seed (https://www.benetural.com/caravan-petrol/) e pubblicato i risultati nel documento dal titolo: Caravan Petrol, scaricabile qui!

Oggi riteniamo che sia importante partecipare all’evento referendario, innanzitutto per l’importanza civica della partecipazione di ogni cittadino a quesiti che riguardano l’intera collettività, in qualunque modo la si pensi, ma poi, e non ultimo, perchè è un tema che tocca molto da vicino le nostre terre e le nostre comunità. Riteniamo che il voto del 17 aprile debba innescare un dibattito più puntuale sulle energie rinnovabili e rendere urgente nell’agenda politica un approccio serio al tema.

piattaforme-mare

Per esprimere il nostro punto di vista abbiamo pensato, però, di dar voce ad una persona che stimiamo molto per il suo lavoro e per le azioni di cambiamento che sta portando avanti con la sua startup a livello internazionale: Piero Pelizzaro, che ha risposto alle nostre domande con grande disponibilità e competenza:

Chi sei? Piero Pelizzaro, 33 anni cittadino europeo, amante del funky e del Lanerossi Vicenza.

Di cosa ti occupi? di resilienza e cambiamenti climatici. In un certo senso diamo i numeri, del clima. Quanto ci costeranno gli impatti del mutamento climatico e cosa possiamo fare per evitare di pagarne le conseguenze.

Cos’è Climalia? la prima start-up italiana che si occupa di analisi del rischio climatico, per gli enti pubblici e le imprese private. Con le amministrazioni pubbliche le supportiamo nel migliorare le loro capacità resilienti e nella pianificazione strategica climatica. Con le aziende private oltre a valorizzare i loro prodotti funzionali alla resilienza sistematica, mostriamo loro come il clima impatta ed impatterà sui loro processi e prodotti. Oltre a questo offriamo il nostro supporto ai governi del globo nei processi negoziali sul clima. Verso e a Parigi abbiamo supportato il governo di Mauritius, Madagascar e Indian Ocean Commission nell’ottemperare agli obblighi negoziali. In ultimo siamo molto attivi nella sensibilizzazione e nella formazione sul tema della resilienza – questa misteriosa ma splendida parola propositiva – ed insieme a RENA abbiamo lanciato lo scorso anno la prima Scuola sulla Resilienza italiana. Ora stiamo lavorando alla seconda, volete unirvi?  (info: www.climalia.eu )

Quali sono i vostri obiettivi? Il nostro obiettivo è di preparare istituzioni ed imprese ai futuri cambiamenti climatici. I rischi che si prospettano li trasformiamo in opportunità di rigenerazione urbana intelligente, inclusiva e sostenibile per aree urbane e per aziende. Pensate all’agricoltura, nei prossimi decenni sarà possibile coltivare sempre di più frutta tropicale; per le aziende che producono vernici investire nei tetti bianchi trasparenti; solo per fare due esempi.

Perchè il 17 aprile si vota? ll prossimo 17 aprile si terrà un referendum popolare. Si tratta di un referendum abrogativo, e cioè di uno dei pochi strumenti di democrazia diretta che la Costituzione italiana prevede per richiedere la cancellazione, in tutto o in parte, di una legge dello Stato. Perché la proposta soggetta a referendum sia approvata occorre che vada a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto e che la maggioranza dei votanti si esprima con un “Sì”. Con il referendum del 17 aprile si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo.

Nonostante, infatti, le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche e le attività petrolifere già in corso non avrebbero più scadenza certa. Se si vogliono mettere definitivamente al riparo i nostri mari dalle attività petrolifere occorre votare “Sì” al referendum. In questo modo, le attività petrolifere andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale” fissata al momento del rilascio delle concessioni.

Andrai a votare il 17 aprile? Certo che andrò a votare e personalmente voterò SI, su cosa decideranno i miei soci lo sanno solo loro! Votare SI è  votare per la fine delle concessioni già in essere ed è un primo passo\richiesta dei cittadini di uscire dai combustibili fossili. Questo per spingere il governo attuale, e futuro, a trovare proposte alternative e rinnovabili al fabbisogno energetico nazionale. Questo è il mio messaggio: dobbiamo mettere un primo tassello reale alla fuoriuscita dai combustibili fossili. Anche perchè, senza i comitati e le Regioni che hanno richiesto il referendum, ci troveremmo già con nuove concessioni. Questa non è una  scelta ambientalista, o meglio questo è il fraintendimento che spesso nasce quando si parla di rinnovabili. Uscire gradualmente dai combustibili fossili è una scelta economica e geopolitica. Diminuire i costi di produzione, favorire la produzione energetica migliorando la resilienza della rete di distribuzione, occupare migliaia di giovani, e non solo, con professionalità oggi inespresse, ridurre le emissioni di CO2 per rispettare gli impegni internazionali e ridurre i costi del cambiamento climatico, ridurre gradualmente le importazioni di fossili da paesi instabili dove oggi noi vogliamo andare a bombardare, tutte queste scelte non sono ambientaliste ma possono essere il programma socio-economico di governo di un esecutivo.

Un esempio? Leggete cosa vuole fare il  nuovo esecutivo canadese. In poche parole sono espressione del coraggio di cambiare strategia, ribaltare la mappa…insomma fare un pò di CSR non come azienda ma come sistema.”

E noi, quello che vuol fare il Governo Canadese, ve lo linkiamo proprio qui:

http://www.climatechange.gc.ca/default.asp?lang=En&n=E18C8F2D-1

https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2016/03/10/us-canada-joint-statement-climate-energy-and-arctic-leadership

Buona lettura! Ci vediamo il 17 aprile!

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