Dove sta il rurale in tutta questa economia collaborativa? #osfest14

Una settimana fa si alzava il sipario del Ouishare Fest a Parigi.

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La Sharing Economy sta cambiando il modo in cui facciamo le cose. Porta a dare un valore a ciò che facciamo, a ciò che scambiamo. Non è più importante possedere un oggetto invece diventa prioritario scambiarlo, e per fare questo è necessario far parte di una community, sapere dove trovarla e riconescersi in essa, nei suoi valori e avere fiducia.
Quindi, in poche parole nella Economia Collaborativa è importante essere più che avere!

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Tutto questo è avvenuto all’interno di un’ atmosfera unica, con i personaggi più importanti della sharing economy mondiale (tra cui Lisa Gansky che è venuta lo scorso anno a trovarci, Neal Gorenflo che ha parlato del nostro co-living durante il BTO di Firenze come a uno dei modelli più innovativi in italia di turismo collaboratico e Rachel Botsman che ha scritto tempo fa What s mine is yours), e le molte persone giunte a raccontare progetti e community che stanno cambiando il modo di fare le cose nel mondo, ad esempio in Brasile il progetto Pimp my Carroca e in Nepal la Maya Universe Academy.

Oggi invece siamo qui che scrivamo dalla nostra Casa, dal nostro vicinato a Matera, dove il concetto di Sharing economy va in onda ogni giorno con la signora Maria che cucina per noi, il nostro spazio che da privato si apre alla collettività, come luogo propulsore per scambiare idee, progetti, dove con i vicini di casa condividiamo e scambiamo favori, storie e emozioni, dove coltiviamo un piccolo orto che diventa luogo di incontro e scambio, e dove ripariamo e ricicliamo molte delle cose che se no andrebbero buttate vie.

Per cambiare il mondo si dice che questa economia collaborativa debba essere scalata, se no non serve a nulla. Creare delle community attorno a dei bisogni, offrire dei servizi nuovi, unire community e servizi con la tecnologia e condividere le informazioni con tutto il mondo.

Durante il Festival si sono posti molti e grandi interrogativi, molti dei quali sono ancora senza risposta proprio perchè anche la sharing economy come ogni nuovo processo ha bisogno di un tempo naturale per evolvere, per sperimentarsi, per trovare la sua strada e quindi poter rispondere a queste domande.
Molta tecnologia, molte start up, molte grandi città ma poco spazio riservato alle realtà rurali.

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Noi abbiamo partecipato come speaker a un panel sugli spazi di collaborazione per l’innovazione rurale. Con Rural Hub, Mutinerie Village e Green Fablab.
Alcune domande di riflessione post intervento.

  • Dove sta il rurale in tutta questa economia collaborativa?
  • Come si comunica il potenziale della sharing economy su questi territori?
  • Come la si scala?
  • Come si interagisce con le community locali dove il digital divide è altissimo e la maggior parte delle persone non ha ancora accesso a internet?

Pensiamo che ognuno di noi abbia un ruolo attivo nella nuova economia, ognuno di noi può scegliere e questa è la più grande libertà che ci è data. Essere connessi è diventato una priorità. Produrre esperienze e condividerle, trovare altre realtà simili, mettersi in rete e scambiare consigli, risorse e contenuti. Aumentando la mobilità virtuale e rimanendo molto locali (Small is beautiful). La specializzazione non serve più a nulla. L’economia collaborativa insegna quanto sia importante dare degli strumenti alle persone per permettere loro di realizzare ciò che vogliono veramente fare, il loro sogno appunto. Avendo in testa che il nostro successo dipende solo dal successo degli altri. E che il successo è misurabile solo se rispondiamo e soddisfiamo i nostri veri bisogni (quelli legati all’essere e non all’avere) facendo, sbagliando, correggendo, affinando e se ci uniamo in community di interesse per dare un senso a ciò che facciamo.

E la pubblica amministrazione come si posiziona rispetto a questo argomento? La sharing economy vuol dire rendere democratico il sistema creando una capacità distribuita, quindi togliendo il potere alle istituzioni e dandolo alle community in base ai loro bisogni. Possiamo, tutti insieme, aiutare le istituzioni a reinventare le loro strutture e il loro ruolo.

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Michele D’Alena ha portato sul palco a Parigi l’esempio virtuoso del Comune di Bologna.
A Casa Netural è da due anni che ci impegniamo a creare un ecosistema culturale affinche la sharing economy possa diventare il nuovo motore per lo sviluppo di territori rurali.
Ricordate la nostra domanda: Innovazione e Ruralità possono stare insieme? Ancora non abbiamo la risposta, ma nel frattempo stiamo sperimentando!

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Il nostro amico Andrea Pugliese (ospite del CO-Living 2013) da il suo punto di vista del Ouisharefest qui!

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Cosa esiste nel mondo circa la sharing economy?

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Ecco a voi una carellata (sparpagliata) di link di progetti che hanno colpito la nostra attenzione:

https://neighbor.ly/
http://www.skillshare.com/
https://prezzoluce.it/guide/the-food-assembly/
https://www.cookening.com/
https://www.uber.com/
http://www.socialstreet.it/
http://www.fablabbcn.org/
http://it.ulule.com/
http://coderdojo.com/
http://discosoupe.org/
http://www.goodgym.org/
https://www.opendesk.cc/
http://www.blablacar.it/