Il 2013 è stato l’anno in cui Casa Netural ha avviato le sue attività. L’entusiasmo e la sperimentazione si sono spinti ben oltre il limite e il carburante di tutto questo sono state le persone che hanno deciso di entrare a far parte della nostra comunità.
Mariateresa è una di queste. Il suo racconto di un anno a Casa Netural parla del nostro progetto meglio di qualsiasi altro articolo giornalistico, libro o attività.
Il mio 2013 a Casa Netural
A Casa Netural ho affittato una scrivania sulla quale mi sto creando il mio lavoro.
E’ passato un anno da quando ho deciso di far parte di Casa Netural e mi sembra che siano trascorsi almeno tre o quattro anni, per quanto siano stati intensi questi mesi. Tutto è cominciato dalle Chiacchiere. Era una serata invernale. Aspettavo quella sera come una bimba aspetta il giorno del suo compleanno, con quella stessa curiosità e impazienza. Abbiamo mangiato – la convivialità è parte di Casa Netural – e ci siamo raccontati sogni e progetti in atto. Si usavano parole come progetto, condivisione, territorio, sostenibilità economica e ambientale, ma anche co-working e co-living che mi suonavano come una canzone portoghese. Si respirava entusiasmo e tanta sana leggerezza. Quella sera ho scelto un po’ di pancia. Da quella sera ho riscelto più volte questa comunità con sempre più consapevolezza.
Sono arrivata a Casa Netural perché avevo un progetto che volevo sviluppare ma non avevo la più pallida idea di come realizzarlo. Ho una formazione umanistica e del business model o business plan avrei potuto al massimo fare una traduzione letterale dei due sostantivi. Ma quando hai un’idea non si parte dal business model, almeno a Casa Netural. Si parte dal condividere l’idea, dal farla circolare, dal confrontarsi con altre persone, talvolta anche coinvolgendo persone che ti fanno rendere conto che ti stai allontanando dal tuo sogno, o persone che ti danno dei suggerimenti per farla evolvere. “E se mi rubano l’idea?” tutti lo pensano almeno una volta, io l’ho pensato più di una volta. Il cambio dei paradigmi sta anche in questo: una persona che ha un’idea simile alla tua non ruba, arricchisce, sia se venisse direttamente coinvolta, sia se agisse dall’ esterno. E’ stato per me uno dei più grossi ostacoli iniziali.
Tutti i lunedì ero lì con il mio computer per fare ricerche, studiare, scrivere il progetto, parlare con le persone lì presenti per acquisire strumenti per svilupparlo, mettere a disposizione le mie competenze e le mie conoscenze. Così facendo ho incontrato persone che hanno aggiunto ogni giorno un tassello alla mia idea, come Luca di Basilicata-Link con cui abbiamo realizzato due corsi di lingua con metodologie non formali; Candice l’australiana con cui stiamo sperimentando corsi di inglese che abbiano un impatto sul territorio; più di dieci innovatori sociali, arrivati da tutta Europa a Casa Netural tramite il progetto CO-Living, con cui si sono creati veri e propri scambi di esperienze; più di 120 giovani da tutta Europa arrivati in Basilicata tramite il progetto Basilicata Border Games che hanno stimolato la mia creatività.
A Casa Netural ho trovato un ambiente in cui potermi fidare! Quando hai un’idea che vuoi sviluppare devi avere fiducia! Talvolta questa fiducia la coltivi soprattutto quando sei in un ambiente in cui la fiducia è alla base delle relazioni: aiuta ad imparare meglio, ad imparare tanto dall’esperienza, studiando soprattutto la realtà, incontrando e ascoltando le persone, facendo! E quando c’è fiducia capita anche di incontrare amici come Andrea, Mariella, Eliana, la signora Maria, Candice, Juliana, Mimì, Caspar, Francesca, Augusto, Matteo, Ottavia, Sara, Silvia, Valerio, di lavorare e non sentirne il peso ma sentirmi parte di una “zattera”!
Ho imparato che un progetto di valore deve avere un impatto sul territorio e sebbene sia nata in Basilicata mi sono accorta di conoscerla molto poco. Così in 6 mesi abbiamo girato tutta la regione con il progetto Exploring Basilicata alla ricerca di realtà che valorizzino il territorio. L’abbiamo percorsa in macchina, facendo carpooling, e a piedi per 100 km con altre trenta persone da tutta Italia con #neturalwalk. Continueremo a percorrerla e a conoscerla sempre di più per sperimentare in tutto il territorio progetti che ci permettano di dialogare meglio e realizzare idee innovative, di farci conoscere per quello che siamo, semplici, genuini e accoglienti, ma anche ricchi di voglia di crescere e di dare il giusto valore a questo territorio collegandolo con il resto del mondo.
Un consiglio? Se avete un’idea non continuate a sognarla e a porvi limiti mentali, cominciate a parlarne, scrivetela e se avete bisogno di aiuto venite a Casa Netural, affittate anche voi la vostra scrivania e create anche voi il vostro lavoro! Io ci sarò!