Design inclusivo, l’esperienza di Carlotta Albiero dai giochi da tavola ai sex toys

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Design inclusivo, l’esperienza di Carlotta Albiero dai giochi da tavola ai sex toys

Quest’anno tra le attività culturali che abbiamo formulato per i nostri associati, uno spazio speciale è stato riservato agli eventi ispirazionali del format “Casa Netural Incontra”, tramite il quale ospitiamo a Matera progetti, organizzazioni, ed esperienze collettive generative, con l’obiettivo di creare nuove connessioni e contaminare la comunità locale con nuove visioni, strumenti pratici e casi studio esistenti.

Tra progetti di successo ma anche esperienze di fallimento, ogni incontro ci permette di indagare le complessità di temi come, per citarne alcuni, sostenibilità, giornalismo, arte, cultura, imprenditorialità e politica, permettendoci di osservare il nostro territorio e le sue dinamiche con nuovi occhi. 

Nel mese di gennaio abbiamo avuto il piacere di dialogare dell’importanza della scuola per le future generazioni con Giovanni Floris e di arte contemporanea ed edutainment con il team del Tower Art Museum di Matera.

A febbraio invece, con la giovane Carlotta Albiero abbiamo affrontato il tema del Design e dell’inclusione.

Carlotta Albiero e il design inclusivo

Design Inclusivo, il design per la diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza

Secondo la Dichiarazione di Stoccolma del 2004, il design inclusivo, definito anche Design for all, è il design per la diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza. Si tratta quindi di un approccio alla progettazione che nelle varie fasi di sviluppo di un servizio o prodotto cerca di rispettare le necessità di tutti i membri che compongono una determinata comunità o più in generale l’intera umanità.

“Il Design for All – si legge in un estratto della dichiarazione –  mira a consentire a tutte le persone di avere pari opportunità di partecipare a ogni aspetto della società. Per raggiungere questo obiettivo, l’ambiente costruito, gli oggetti di uso quotidiano, i servizi, la cultura e l’informazione – in breve, tutto ciò che è progettato e realizzato dalle persone per essere utilizzato dalle persone – deve essere accessibile, comodo da usare per tutti nella società e in grado di rispondere all’evoluzione dell’umana diversità”.

Carlotta Albiero, dal disegno industriale alla progettazione inclusiva

Carlotta è nata a Vicenza, si è laureata in Disegno industriale e multimedia e studia all’Università IUAV di Venezia. Sin dal liceo è stata affascinata dal perché delle cose, dal motivo per cui un progetto viene sviluppato in una determinata maniera anziché in un’altra e quanto la progettazione possa influire sull’accessibilità di utenti diversi e a livelli diversi, attitudine che l’ha condotta durante gli anni di studio universitario a riflettere, ad esempio, sul ruolo della comunicazione visiva all’interno del design di prodotti, luoghi e servizi. 

E proprio su questo tema Carlotta ha sviluppato il progetto della sua tesi di laurea: Il Mio Gigi, gioco interattivo di grammatica inclusiva, un prodotto in cui la comunicazione visiva (elemento che spesso viene lasciato in secondo piano quando si sviluppa un prodotto) gioca un ruolo fondamentale nel rendere l’apprendimento della grammatica accessibile a tutte le bambine e i bambini dai 7 anni in su. (Qua un approfondimento sul progetto a cura del magazine Frizzifrizzi)

Dalla grammatica ai sex toys inclusivi

Uno dei suoi progetti più recenti ha invece l’obiettivo di fornire un punto di partenza a tuttə coloro che vogliono riscattare il proprio diritto di godere e amare il proprio corpo. 

Si chiama Es, ed è un sex toy open source, realizzabile a casa, aperto a tutti quelli che con le loro idee vogliono implementarlo.(Clicca qua per scoprire il progetto)

In entrambe le esperienze Carlotta ha disegnato il prodotto finale attraverso un processo fondato in gran parte sull’ ascolto diretto della comunità di riferimento e grazie alla collaborazione con professionisti di discipline e settori diversi (linguistica, didattica, programmazione, elettronica, anatomia).

Durante l’incontro a Casa Netural abbiamo parlato dello sviluppo di questi due progetti apparentemente molto diversi tra loro e di come per disegnare un prodotto o servizio in modo inclusivo sia importante porsi continuamente domande nuove, uscire dalla propria bolla culturale, ma anche sociale e sensoriale, chiedendosi come vivono gli altri, dell’importanza di costruire un team multidisciplinare, e anche di quanto sia cruciale coinvolgere gli utenti finali nel processo creativo, in modo da capire le loro esigenze reali, che noi da soli non potremmo comprendere appieno.

“Pensare accessibile, significa utilizzare nuovi materiali e metodologie sulla base delle esigenze reali delle persone” Carlotta Maria Albiero

Come ogni appuntamento di Casa Netural Incontra è stata un’occasione di scambio bellissima per confrontarci con una persona speciale insieme alla sua storia, le sue competenze professionali e le sue visioni e piantare nuovi “semi ispirazionali” nella nostra comunità.

Prossima ospite, il 1° aprile, sarà Simona Sinesi, Direttrice Scientifica del Master Executive in Social Impact Entrepreneurship di H-FARM College. Economista, consulente strategico e docente universitario nonchè membro dell’Academic Board e Chair del Sustainability Academic Committee, sarà ospite della nostra associazione per presentare il suo nuovo libro: Social Impact in your hands. Un testo che consigliamo a tutti coloro che vogliono iniziare o hanno già abbracciato il social business.

Per scoprire i prossimi incontri ispirazionali visita la sezione eventi del nostro sito.

Per entrare nella community e partecipare agli eventi in programma clicca qua ed associati

Be social, be collaborative, be netural 🙂

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